ARCO DELLA VITA

Perché l’arco della vita,  come un arcobaleno, ha infiniti colori con infinite  sfaccettature,  diversi e indistinguibili al tempo stesso . Come un arcobaleno, solo apparentemente, inizia e finisce all’orizzonte.

 

FINALITA’ Promuovere la formazione di personale di assistenza geriatrica adeguata alle esigenze attuali

 

  1. Migliorare l’armonia di vita degli ospiti e ridurre l’insorgenza di malessere psico- fisico e di malattia

Riteniamo indispensabile che sia necessaria, oggi, nel difficile e frammentario contesto  normativo e sociale,   una formazione continua  ad ampio raggio  per completare  ed  arricchire  l’istruzione già acquisita degli operatori socio-sanitari ponendo in particolare rilievo gli aspetti psicologici, sociali e culturali, la responsabilizzazione,  il clima aziendale e il lavoro di gruppo, presupposti  fondamentali per offrire alla persona un approccio metodologico nuovo e antico allo stesso tempo, globale e individuale nello specifico, che può essere definito  semplicemente ” con sguardo antropologico”.

Perché l’ Antropologia, come sostiene il Prof. Guerci, più che  una disciplina che si colloca in  una posizione intermedia tra la biologia e le scienze umane, coniugata all’approccio sistemico, è una  attitudine nel pensiero.

Le numerose tematiche devono tutte essere centrate sul rendere consapevole il personale di assistenza del disagio che vive l’anziano, sradicato dal contesto socio culturale abituale quando, spesso altri, decidono  per lui cosa deve fare, come lo deve fare, dove deve e con chi continuare a convivere.

Tom Kitwood nel suo libro “Riconsiderare la demenza”  chiama questo processo “psicologia sociale maligna”, specificando che “ … il termine  maligno non implica cattive intenzioni da parte dei caregiver: molto del lavoro viene svolto con gentilezza e buone intenzioni. Ciò che è maligno fa parte della nostra eredità culturale”.

Secondo l’Autore è impossibile continuare a pensare che tutto il deterioramento personale associato al decadimento cognitivo  sia il risultato di un processo neurologico che ha una sua dinamica autonoma. Kitwood  riporta, in analogia al suo pensiero,  la conclusione raggiunta da Michael Meacher (1972) nel suo studio sulle strutture residenziali in cui asserisce  che la psicologia sociale e le disposizioni generali  sono praticamente sufficienti in se stesse per “far diventare una persona demente”.

Il rischio di tutto ciò è di sviluppare “modelli sociali di disabilità” o, più precisamente, di “inabilitazione” che sottraggono potere e disattendono qualunque tentativo di azione del disabile fino a minare  il riconoscimento  dell’unità essenziale di tutti gli esseri umani, nonostante qualsivoglia differenza ci possa essere nelle loro capacità fisiche e  mentali così come sono determinate in modo convenzionale.

L’immagine culturale della vecchiaia, che ognuno di noi si costruisce in modo più o meno cosciente, condiziona i pensieri e le azioni che quotidianamente pratichiamo nei confronti degli anziani.

In questa ottica diventa  indispensabile  che il personale delle case di riposo acquisisca conoscenze  relative al contesto in cui deve operare, conoscenze che possano arricchire  le  competenze specifiche e  istituzionali di operatore socio sanitario, assistenziale, infermiere, medico, animatore, psicologo, fisioterapista e quant’altro di quel valore aggiunto che, seppur difficile da quantificare in termini misurabili,  è fondamentale per la tanta auspicata “umanizzazione”.

Lo staff di operatori potrà agire all’unisono come “educatore geriatrico” aiutando chi invecchia ad assumersi la responsabilità di “ Inventare la vecchiaia”, come sostiene Sergio Tramma,  sia dal punto di vista individuale che collettivo “all’interno dei margini di pensiero e di azione consentiti ai soggetti individuali e collettivi, in un delimitato contesto sociale e culturale”.

Non si può  parlare “genericamente di anziani”, differenziati esclusivamente in base al punteggio AGED che, oltre a stabilire il minutaggio dei bisogni assistenziali, secondo la scala di valori imposta dalla società, sancisce l’autorizzazione alla permanenza o meno all’interno delle residenze a seconda di rigidi  parametri strutturali e di personale, imposti dalla normativa.

Secondo Tramma ci sono tante vecchiaie quanto gli individui, perché sono troppe le variabili che intervengono a conferire forma alla vecchiaia dell’individuo, troppe le appartenenze che vincolano e concedono possibilità”.

La vecchiaia non si può banalizzare, intendendo con questo termine: “… ridurre la sua complessità a uno dei suoi molteplici aspetti,…    … sistematizzarla nel suo dispiegarsi     … prevederla nelle sue manifestazioni, bisogni e auspici”.

Ancora una volta l’attitudine di pensiero antropologico ci può aiutare a trasformare il “tessuto sociale” delle strutture per anziani in un “sincizio sociale”, in cui l’apparente disordine secondario alla fusione del

citoplasma e alla locazione dei nuclei è in realtà espressione di una organizzazione sinergica altamente specializzata.

 

Obiettivi del corso

 

Il corso è finalizzato  ad approfondire  le conoscenze   del variegato mondo degli anziani con disabilità psichiche o fisiche,  con particolare riferimento alle problematiche che insorgono quando gli stessi sono costretti a vivere nelle strutture residenziali. Si propone altresì di migliorare le relazioni e l’integrazione tra le diverse figure professionali che gravitano intorno ad essi, elementi  indispensabili  per creare un ambiente di vita  armonioso,  solidale e aperto,  capace di favorire il benessere degli ospiti e ridurne l’insorgenza di malattia.

 

Modalità del corso

 

Il  corso è di 35 ore, suddiviso in moduli di 2 ore ciascuna + 1 ora  dedicata al questionario di valutazione.

Dato il numero di ore e di argomenti, il corso può essere suddiviso, a seconda degli interessi dei partecipanti, e mopdulato in modi diversi.

Il numero di partecipanti minimo per l’attivazione è di 10.

 

Docenti e responsabili didattici

 

Rosanna Vagge: medico

Maria Grazia Sbarboro: manager del sociale

 

Programma del corso

 

Le strutture per anziani:

  • Cenni di legislazione in Liguria
  • Accreditamento e convenzionamento
  • Carta dei servizi

La sicurezza nell’ambiente di lavoro

  • Cenni sul testo unico n. 81/2008
  • Responsabilità e responsabilizzazione: due concetti differenti ?
  • L’omissione di soccorso: cenni di medicina legale

 Il clima aziendale

  • La comunicazione interpersonale
  • Il lavoro d’equipe: obiettivi e progetti
  • Il perché di norme e disposizioni

Il lavoro di gruppo

  • Distribuzione dei carichi di lavoro
  • Le sequenze operative
  • L’etica del comportamento

Il mondo dell’anziano

–   L’invecchiamento attivo

–   L’intergenerazionalità

–   La fiducia sociale

Il cuore non ha età

  • Cosa significa essere vecchi ?
  • Epistemologia della vecchiaia
  • Riflessioni antropologiche

Il concetto di Persona

  • La sottile linea di Mary Marshall
  • La psicologia sociale maligna
  • Come evitare la deriva

Il progresso negli anziani : che il troppo stroppi?

  • Scienza, tecnologia vanno avanti … il vecchio va indietro …
  • I farmaci negli anziani: beneficio o danno?

 Linee guida, protocolli, raccomandazioni

  • I piani di lavoro
  • Gestione dei diari e schede di rilevazione
  • Registro delle cadute, documentazione sanitaria e privacy

L’urgenza e l’emergenza sanitaria: note giuridiche

  • Riconoscere l’urgenza
  • Cosa fare e cosa non fare
  • Quando e come allertare il soccorso

Cenni sulle principali patologie e infortuni

  • Stato di agitazione
  • Svenimento e cadute accidentali
  • Cenni di traumatologia: fratture , ferite, emorragie, ustioni

 Gli anziani cadono: perché ?

  • Le contenzioni: sicurezza o limitazione alla libertà ?
  • La sindrome ipocinetica : a cosa porta?
  • Le lesioni da decubito

La disidratazione

  • Perché avviene ?
  • Come prevenirla ?
  • Come trattarla?

L’alimentazione

  • Perché non mangia?
  • La malnutrizione: cosa comporta?
  • Inappetente o disfagico?

Gli anziani si ammalano

  • Le difficoltà respiratorie
  • Allergie e shock
  • Le alterazioni dello stato di coscienza

Gli eventi più drammatici

  • La morte cardiaca improvvisa
  • L’ostruzione delle vie respiratorie
  • Cenni di tecniche di rianimazione cardio-polmonare

Esercitazioni pratiche con simulazione ( 2 ore)

Questionario di  valutazione e chiusura del corso ( 1 ora)

Se sei interessato scarica e compila la scheda di pre-iscrizione e inviala a info@ifili.it

scheda di pre-iscrizione ai corsi