QUARTIERE SOLIDALE
Progetto
QUARTIERE SOLIDALE
rispondere solidalmente ai bisogni
Premessa
E’ indubbio che la questione anziani è oggi piuttosto rilevante per i seguenti motivi:
- Inarrestabilità del fenomeno della senilizzazione: l’incidenza della popolazione con 65 anni o più è passata dall’8,2% del censimento del 1951 al 20,3% di quello del 2011. Negli ultimi 10 anni la crescita più cospicua ha riguardato gli ultra75enni o della “quarta età”.
- Svolta verso la vecchiaia: l’innesco dell’invecchiamento spesso coincide con eventi patologici precisi o con l’esperienza della perdita; perdita della propria efficienza fisica, degli affetti familiari o del ruolo professionale.
- Immaginario collettivo sull’anziano: l’aumento dell’aspettativa di vita, una delle più grandi conquiste sociali di questi tempi, tende ad essere percepita come un problema. L’anziano è connotato in negativo, come improduttivo, fragile se non malato, a rischio di povertà, inutile, superato ( culturalmente) ai margini. Un paradosso se si pensa che oggi una persona che arriva all’età anziana ha più anni da vivere in salute, più risorse materiali, più istruzione ( prima generazione di anziani con titolo di studio superiore alla 5° elementare).
- Rapporto tra visione della vecchiaia e offerta di servizi disponibili: la visione parziale e errata della biologia dell’invecchiamento determina una connessione tra anziani e servizi ancora problematica. Se si pensa alla vecchiaia come processo immodificabile, del tutto involutivo, i servizi che ne derivano sono di tipo contenitivo e assistenziale, in grado di fornire un intervento anche illimitato nel tempo, ma omogeneo a al minor costo possibile, dal momento che non si attendono risultati. Non essendovi obiettivi da raggiungere, la valutazione individuale dei bisogni e i relativi interventi passano in secondo piano. Se, all’opposto, si ritiene che la vecchiaia sia una realtà modificabile che comporta non solo processi di involuzione, ma anche processi positivi, di compenso attivo alle perdite provocate dall’età, i servizi necessariamente assumono un alto contenuto educativo, riabilitativo e preventivo con l’obiettivo di un ampio guadagno in autosufficienza e salute che giustifica le risorse impiegate. Diventa prioritario e irrinunciabile un discorso di qualità. In altre parole con questo pensiero si diversificano il più possibile le risposte in rapporto alle molteplici sfumature delle esigenze della persona che sta invecchiando, privilegiando gli aspetti relazionali.
- Fiducia sociale: sembrerebbe fuori luogo parlare di fiducia in questo contesto, ma la fiducia è una cosa importante perché apre uno spazio di relazione nuovo, in cui la legge non è quella del puro egoismo in cui l’io è al centro di tutto, ma dove al centro c’è un noi. Dare fiducia apre ad una reciprocità: se io mi fido di te, tu ti puoi fidare di me ed ecco che dove prima c’è un vantaggio per uno solo, ora c’è un vantaggio per due o per molti. Se poi alziamo lo sguardo e dalle relazioni interpersonali passiamo a quelle legate alla vita sociale, ci rendiamo conto come la fiducia sia uno degli elementi più importanti che definiscono la qualità della vita in una città o in una nazione.
Nonostante la scelta di invecchiare, finché si può a casa propria, sia quella dominante, in Italia, come probabilmente nel resto del mondo, attualmente gli over65enni che non si trovino nella condizione di non autosufficienza totale non assistibile a domicilio, possono contare su una gamma piuttosto limitata di soluzioni abitative, non tutte disponibili sul territorio nazionale, alcune solo presenti in forma sperimentale. Infatti l’abitazione ordinaria, anche se di proprietà dell’anziano ( quasi l’80% vive in casa propria o di un membro della famiglia) è spesso inadeguata ad accogliere i problemi di chi invecchia ed è necessario pensarci in tempo ( l’età giusta sarebbe intorno a 50-55 anni). In Emilia Romagna esistono i “Centri per l’adattamento domestico CAAD” costituiti da equipe multidisciplinari ( architetti, ingegneri, assistenti sociali, tecnologi, fisioterapisti) che esaminano i problemi e suggeriscono le soluzioni in base alle esigenze individuali. Purtroppo, in Italia, le risorse pubbliche finalizzate a migliorare le abitazioni di anziani e disabili sono state introdotte solo di recente ( dopo la L. 13/89 sull’eliminazione delle barriere architettoniche) e sono a tutt’oggi inadeguate per affrontare il problema.
Anche l’abitazione accessibile, di cui si è cominciato a parlare alla fine degli anni ’90, è attualmente stagnante, essendo l’edilizia sociale ormai priva dei finanziamenti di Stato. Infatti l’ambizioso programma ministeriale promosso con la L21/2001, “ Alloggi in affitto per gli anziani degli anni 2000” e le oltre 100 iniziative di altrettanti comuni per realizzare alloggi accessibili, sono finiti in un cassetto per mancanza di risorse.
Eppure La letteratura disponibile sull’invecchiamento attivo è piuttosto esplicita sull’importanza del consueto ambiente di vita:
La persona e la casa sono l’irrinunciabile della dimensione della domiciliarità di ciascuno di noi, di ogni persona. La persona abita nel suo corpo, nella sua casa, nel suo INTERO e nel suo INTORNO.
La casa cura, fa bene, fa salute. (Bottega Del Possibile Torre Pellice);
«la casa rimane il luogo ideale in cui ricevere trattamenti medici, terapie o cure di riabilitazione da personale qualificato. I cittadini sarebbero disposti anche a pagare un contributo al Servizio sanitario pur di evitare il ricovero in ospedale». Maria Giulia Marini, direttore dell’area sanità della Fondazione Istud Lombardia.
“Nel loro ambiente consueto i malati cronici e non autosufficienti stanno meglio, si sentono meno soli e si allevia così anche il peso della malattia e la sofferenza – Francesca Moccia, coordinatrice del Tribunale dei diritti del malato-Cittadinanzattiva —Lombardia.
Le tante modalità di intervento, le leggi, i piani regionali inducono sempre più a pensare di intervenire prima.
Arrivare preparati … cercare di essere un anziano cognitivamente e autonomamente conservato.
Si sente parlare di portierato sociale
di custode sociale
di badante di condominio.
Ma dalle parole ai fatti, esiste ancora un divario insormontabile e spesso all’anziano restano ben poche soluzioni: o rimanere in casa propria assistito da un badante che è spesso una persona estranea agli affetti familiari oppure entrare in un istituto ed accettare la vita di comunità. Paradossalmente entrambe le alternative hanno un costo elevato e non a tutti accessibile.
Siamo convinti che gli obiettivi di una politica pro-anziani debbano essere:
- elevare la qualità della vita per “aggiungere vita agli anni” e mantenere il più a lungo possibile l’autosufficienza attraverso un’ampia fruizione di opportunità formative, culturali, ludico-ricreative, del turismo sociale, dello sport;
- fronteggiare precocemente i bisogni degli anziani che altrimenti generano situazioni di povertà composite e patologie conclamate che possono richiedere l’allontanamento dall’ambiente consueto di vita e determinano un maggior costo per tutti;
- favorire le iniziative degli anziani nei gruppi di volontariato e nell’associazionismo di promozione sociale, quali ambiti che attivano la socializzazione, la partecipazione e l’acquisizione di competenze.
E’ necessario quindi mettere in campo tutte le risorse a disposizione ed inventare un nuovo modo di affrontare l’inarrestabile invecchiamento, valorizzandone gli aspetti positivi e privilegiando la diversità tra le persone.
Da tutto ciò nasce il progetto Quartiere solidale.
Progetto
Un servizio per rilevare le problematiche e attivare relazioni di aiuto fra i bisogni degli anziani (e non solo) e le risorse sociali del territorio.
Un servizio che cerca di individuare le potenzialità residue dell’anziano e di favorire un buon livello di autonomia ed una partecipata progettualità della propria vita quotidiana.
La necessità di fornire risposte appropriate alla domanda di salute e assistenza , espressa soprattutto dagli anziani, implica l’attivazione di nuove forme assistenziali, rispetto a quelle offerte attualmente.
Cosa potrebbe e vorrebbe fare il quartiere solidale.
Verifica delle forze da mettere in campo
( Strumenti, volontari ecc) dei soggetti coinvolti.
Rilevazione dei problemi degli anziani che risiedono nel quartiere (stato di bisogno per solitudine, condizione di salute o per l’abitazione).
Ricerca delle risposte più adeguate.
Obiettivo del servizio:
mantenere il più possibile l’anziano autosufficiente presso il proprio ambiente di vita;
intercettare le situazioni di rischio e di disagio;
sorveglianza – supporto – monitoraggio delle situazioni di fragilità;
attivare e ampliare le reti territoriali e personali dell’anziano;
Servizi erogati
Compagnia telefonica;
Visite domiciliari per compagnia;
Accompagnamenti all’esterno, piccole uscite;
Accompagnamenti visite mediche e\o incombenze varie ( posta, uffici ecc);
Piccola spesa;
Monitoraggio, controllo per prevenire situazioni di rischio;
Organizzazione settimanale di momenti di socializzazione e laboratori creativi;
Aiuto nel disbrigo di pratiche burocratiche e collegamento con i servizi socio sanitari;
un servizio complementare rispetto all’assistenza domiciliare erogata dai Comuni;
collaborazione con il Medico;
Risultati attesi
Limitare gli ingressi a carattere definitivo in strutture residenziali, legati all’insorgenza di difficoltà familiari e sociali.
Ridurre i ricoveri ospedalieri e le giornate di degenza fornendo un’alternativa di cura e assistenza.
Favorire l’integrazione e la condivisione di risorse umane e tecnologiche.
Coinvolgere in modo attivo le reti solidali del volontariato.
Attivare un monitoraggio continuo della situazione del quartiere presidiato.
In breve:
entrare in contatto con le persone più fragili, per ascoltare e rispondere.
promuovere la solidarietà intergenerazionale, mettere in atto iniziative che contribuiscono a creare legami di solidarietà tra i cittadini e le generazioni
Scarica: brochure quartiere